Ceprano, quattro passi nel tempo. Un tour immaginario dal 1870 ai giorni d’oggi

Ceprano, 1870. La città è al suo massimo splendore; i viaggiatori italiani ed europei, che dall’inizio dell’Ottocento eran soliti fermarsi in città, rendevano eterne, negli scritti e nei disegni, le loro impressioni di viaggio;  grandi papi come Giulio II, Sisto IV, Paolo V, Pio IX e famosi architetti come Carlo Maderno e Virginio Vespignani  avevano contribuito al piccolo rinascimento cepranese.
La passeggiata immaginaria di un viaggiatore ottocentesco: un piccolo “tour” tra le bellezze architettoniche ed ingegneristiche dell’epoca, le permanenze medievali e le antiche chiese di Ceprano, nelle foto e nei disegni.

Poi accadde  l’irreparabile.  Come siamo arrivati a questo punto?

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da “Immaginando Ceprano”

Lasciato alle spalle il Regno d’Italia ( l’ex Regno delle Due Sicilie), dopo le formalità di rito in dogana, entri in città ammirando il Fiume Liri e l’ansa che la protegge da secoli, e soprattutto la splendida e famosa fontana pubblica, il Lavatore.

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da “Immaginando Ceprano”

Percorri poi l’opera che avrebbe confermato per decenni l’importanza ed il prestigio di Ceprano, il ponte di Pio IX con la sua innovativa “foggia americana” in ferro.

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da “Immaginando Ceprano”
mappa fondi urbani
Mappa dei Fondi urbani,1871 ASFr catasto gregoriano

Munito di mappa della città, puoi notare sulla sinistra, prima di entrare nell’abitato, una zona industriale con due opifici, il primo per estrarre olio da semi vari, l’altro per fare carta di buona qualità, mentre a destra puoi vedere lo stretto vicolo delle Mura che sale tra due file di edifici, con le mura a strapiombo sulle sponde del fiume Liri; dopo una rapida occhiata, torni indietro e prosegui in asse con il ponte, dritto fino a Piazza del Santo (oggi Piazza Cavour).

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da “Immaginando Ceprano”

Il luogo merita una sosta, e per premiare gli occhi mettiti al centro della piazza, che è il vero salotto di Ceprano, e goditi il momento urbanistico più alto della città, con la chiesa di S.Maria Maggiore ed i tre grandi palazzi della famiglia Ferrari; di quello all’ingresso della piazza puoi visitarne gli splendidi giardini con affaccio sul fiume. Tutti questi edifici formano uno scenografico anfiteatro urbano, segno di prestigio rivolto ai viaggiatori che, come te, giungono a Ceprano dal nuovo Regno.

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da “Immaginando Ceprano”

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Il palazzetto di residenza urbana dei Ferrari (dal sito web Ceprano Antico)

Dopo aver lasciato Piazza del Santo, prosegui lungo lo Stradone (oggi Corso Vittorio Emanuele), largo abbastanza per i nuovi mezzi di trasporto (legni e diligenze), ed ammira in successione il palazzo Baffi-De Vivo, la seicentesca Chiesa dell’Annunziata e gli altri edifici che caratterizzano la strada più importante della città.

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da “Immaginando Ceprano”
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da “Immaginando Ceprano”

Osserva come l’impianto urbanistico, formato nel Medioevo per scopi difensivi, sia stato completato dal 1500 in poi con una serie di interventi di rafforzamento e di rinnovamento urbano (piccolo rinascimento cepranese) culminanti nella costruzione delle chiese di Santa Maria Maggiore all’inizio dello Stradone, e di San Rocco alla fine, con la formazione di Piazza del Santo (oggi Piazza Cavour), e di Piazza dell’Olmo (detta anche Piazza S.Giovanni per la presenza di un’antica chiesa, poi diventata Piazza San Rocco, poi Piazza del Plebiscito, poi Piazza G.Marconi, oggi Piazza del Donatore);   dopo la guerra, con la demolizione della Chiesa, la Piazza San Rocco fu riunita con Piazza Principe Umberto ( ex Piazza del Borgo), divenendo Piazza Re Umberto I, ed infine Piazza Martiri di via Fani); anche privati cittadini hanno preso parte alla nuova stagione di attività edilizia, desiderosi di vedere le proprie abitazioni di famiglia nell’ultimo tratto dello Stradone sino a Piazza del Santo.

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da “Immaginando Ceprano”
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da “Immaginando Ceprano”

Arrivando, hai visto che la città è circondata dall’ansa del fiume Liri e che lo Stradone taglia tutto l’antico abitato da est ad ovest; continuando a percorrerlo noterai che tutti i vicoli scendono verso il Fiume Liri, con una formazione a pettine sia a destra che a sinistra, sui quali affacciano senza interruzione blocchi di abitazioni.

I vicoli di sinistra ti portano verso via Riviera del Liri e quindi, passando attraverso Piazza Garibaldi, arrivi al vicolo Garibaldi, che serve anche il blocco edilizio del Casarino, estremo profilo urbano aggettante verso la cartiera ed il fiume; i vicoli di destra, più corti, ti conducono dall’altro lato della città, verso nord, fino a raggiungere il vicolo delle Mura, la strada minore che hai visto entrando in città, parallela allo Stradone; anche questa è fiancheggiata sul lato fiume da un caseggiato continuo che forma il profilo visibile a te, viaggiatore proveniente dal nuovo Regno, che hai appena attraversato il ponte sul Liri.
Verso la fine di vicolo Solferino puoi trovare un convento francescano fondato nel 1210, con la chiesa di San Francesco dotata di ben sette altari, restaurata ed arricchita con pregevoli opere d’arte sotto il pontificato di Sisto IV.

Se invece ti interessano le antiche torri medievali, la città di Ceprano ne ha tre importanti, più altre minori: la prima di forma cilindrica, posta all’angolo delle mura difensive verso nord-ovest.

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da “Immaginando Ceprano”

La seconda, situata a fianco della Porta Romana Vecchia e della chiesa di San Rocco, è una possente Torre quadrata del quattordicesimo secolo, la più alta della città, con funzioni di avvistamento e con il sottostante accesso alla città, detta Porta Romana Nuova, realizzata per facilitare l’ingresso dei nuovi mezzi.

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da “Immaginando Ceprano”
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da “Immaginando Ceprano”
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da “Immaginando Ceprano”

Infine la torre “della famiglia Ceccana”, che apre da nord la successione delle abitazioni che scendono lungo il vicolo delle Mura verso il ponte; quest’ultima torre è attaccata al fabbricato che chiude ortogonalmente il vicolo dalla Piazza dell’Olmo.
Qui vicino puoi visitare anche l’antica chiesa di San Giovanni risalente all’anno 1207, visitata nello stesso anno da papa Innocenzo III durante il soggiorno a Ceprano, mentre era diretto a Montecassino.

Venendo su, lungo lo Stradone, sei giunto nel centro della città, dove ti si aprono in successione rapida prima Piazza Dell’Olmo, poi Piazza San Rocco, separate dalla cinquecentesca omonima chiesa, completata in seguito con l’ottocentesco campanile guarnito da ben due orologi contrapposti, uno diretto verso lo Stradone ed il vecchio borgo, l’altro verso la piazza e le nuove aree di espansione edilizia di Via Alfieri e Via Campidoglio.

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da “Immaginando Ceprano”

Ora sei stanco ed hai fame? affacciata sulla piazza, nell’edificio tra via Alfieri e via Campidoglio, trovi la Taverna Carnesecchi (ex Locanda Trani), dove, si dice, nel 1849 pernottò Garibaldi.

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da “Immaginando Ceprano”

L’albergo è dotato anche di stalle dei cavalli per le diligenze e del servizio postale; qui puoi cenare, trascorrere la notte, scrivere le tue impressioni di viaggio e l’indomani ripartire alla scoperta dell’Italia.
Ora puoi veramente dire di aver fatto quattro passi in città, nel 1870.

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Poi cosa accadde?
Nel 1836 un fulmine aveva già danneggiato seriamente la Torre di Guardia, alta circa 25 metri, posta a fianco della chiesa di San Rocco, riducendola alla metà. Dopo il 1870, nella parte settentrionale della città, vennero demolite prima la Porta Romana vecchia, quindi la Porta Romana nuova con la metà della Torre rimasta ancora in piedi dopo il fulmine; quest’ultima demolizione, decisa per facilitare l’accesso a mezzi di trasporto e diligenze e per favorire il ricambio d’aria nello stradone e quindi nella città vecchia, merita un approfondimento da leggere nel testo di Francesco Arcese, perché è “una vicenda che, talora, rasenta l’inverosimile per le argomentazioni addotte a favore di tale operazione”. Con queste demolizioni si diede così un colpo definitivo alle ultime tracce del perimetro difensivo medievale, di cui oggi resta solo la Torre cilindrica di nord-ovest ed alcuni tratti di murature in Piazza Colle Uccelli, continuamente minacciati.

Nel 1932 crolla il ponte Pio IX per eccesso di carico, e vengono demoliti sia l’edificio che chiudeva ortogonalmente il vicolo delle mura dalla Piazza dell’Olmo per far posto alla Casa del Fascio, sia i fabbricati residenziali dietro il Monumento ai Caduti, tra i quali si trovava l’antica chiesa di San Giovanni del 1207, che affacciava proprio su Piazza dell’Olmo; durante la demolizione dei resti della chiesa vennero alla luce antichi affreschi con figure di santi.

Nel 1944, demolita dai tedeschi per ritardare l’avanzata alleata, viene giù l’antica chiesa di San Rocco, che genera lo spazio per la riunificazione definitiva delle due piazze come le vediamo oggi; per i bombardamenti vengono giù parte delle abitazioni del centro della città vecchia, e delle abitazione del vicolo delle Mura; vengono giù il primo palazzo Ferrari e il ponte ricostruito dopo quello crollato nel 1932.

La Torre Ceccana (situata accanto alla chiesa di San Giovanni ed allineata a quella circolare oggi ancora esistente) e quel che restava delle abitazioni del vicolo delle Mura, vengono demolite dopo la guerra per far posto ad una strada, via Gioberti.

La chiesa di San Francesco, fondata nel 1210 nel vicolo Solferino, una delle poche risparmiate dal passare del tempo e dalle bombe americane, era aperta al culto fino ai primi anni dopo la seconda guerra mondiale. Negli anni ’60 viene demolita senza tanti scrupoli.

Negli anni ’70, per ampliare via Riviera Liri, viene demolito tutto il blocco abitativo del vicolo del Casarino, e con questo anche il secondo palazzo Ferrari viene buttato giù per fare una strada. La bella Piazza del Santo non esiste più.

In anni più recenti sono avvenuti crolli di edifici per vetustà, sono stati demoliti edifici abitativi pericolanti, e, per finire, fu eseguita la demolizione dell’antica Fontana presso il lavatoio pubblico e di parte dello storico belvedere tra la Torre e l’ufficio postale, per far posto ad una rampa carrabile.

Mentre la città vecchia, tranne rarissimi casi, perdeva ogni riferimento culturale medievale, vuoi per eventi bellici o naturali, vuoi per l’incuria ed il disinteresse di molti, e veniva svuotata di buona parte delle residenze, a partire dalla fine degli anni ’70 si dava corpo alle previsioni cartacee del piano urbanistico generale nei nuovi quartieri al di là dell’autostrada e della Casilina. Iniziava così la dispersione.

Aldo Cagnacci

Ceprano, marzo 2016 (aggiornamento 2021)

Riferimenti:
F.Arcese, M.Martini, P.G.Monti, O.Ruggeri,  “Immaginando Ceprano” (2014)

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