Premio Fregellae 2024: “quindici piccole forme di cura”.

PREMIO FREGELLAE 2024: “quindici piccole forme di cura

Sabato 6 aprile 2024, presso la Sala Consiliare ‘Sandro Pertini’ del Comune di Ceprano, si è svolta  la cerimonia di premiazione della VIII Edizione del Premio Fregellae ‘La piccola scultura’. Dopo l’assegnazione del premio e delle menzioni speciali, l’appuntamento è proseguito presso lo storico Palazzo Ferrari, che ospita la mostra delle quindici opere finaliste, visitabile fino al 21 aprile 2024. Il Premio è promosso dal Comune di Ceprano, dall’Assessore alla Cultura Anna Letizia Celani, e organizzato da ‘associazione minima’ in collaborazione con il Museo Archeologico di Fregellae ‘Amedeo Maiuri’.

L’opera vincitrice è ‘La Cameriera’ (2018) di Aino Nebel, artista che vive e lavora a Rheinsberg, Germania. L’opera racconta il “silenzio di un semplice gesto legato all’ospitalità e all’ambiente domestico. La scultura è costituita da tovaglioli di carta, imbevuti nella porcellana liquida, appesi ad asciugare e infine cotti. La carta scompare dietro un guscio sottile, perforato e pieno d’aria. Così l’artista evoca la ritualità domestica, la tavola apparecchiata, o la stanza che un ospite trova già pronta, senza aver preso parte alla sua preparazione. Chi compie il gesto di cura e accoglienza per l’altro, diventa invisibile: solo gli oggetti, così come vengono lasciati, testimoniano l’attenzione e la dedizione.”

La Cameriera

La Menzione speciale del Museo Archeologico di Fregellae ‘Amedeo Maiuri’, presente la direttrice Teresa Ceccacci, è andata all’opera ‘Ante-nati’ (Libri intagliati, 2019) di Andisheh Bagherzadeh, artista iraniano che vive e lavora a Firenze. “Tre testi fondamentali della letteratura europea, La Divina Commedia di Dante Alighieri, Amleto di William Shakespeare e I promessi sposi di Alessandro Manzoni, diventano piccoli monumenti scultorei, ipertesti che invitano a riflettere sulla contaminazione culturale e l’abbattimento dei confini tra Occidente e Medio Oriente.”

Ante-nati (Libri intagliati)

La Menzione speciale della Giuria, composta da Sara Ciuffetta, Claudio Libero Pisano e Alfredo Pirri, è andata all’opera ‘Il tempio della cura’ (2024) di Chiara Russo, artista che vive e lavora in Artena (RM). “La sua scultura è costituita dal guscio di una chiocciola recuperato in natura, la cui forma a spirale è simbolo di trasformazione e di bellezza. La scultura è rivestita da pelle di serpente, riferimento al caduceo di Esculapio e al potere trasformativo e rigenerativo del corpo che mutando pelle si rinnova in un processo di continua evoluzione.”

Il tempio della cura

Il Premio rappresenta per il pubblico anche la prima occasione per visitare la futura sede del Museo Archeologico di Fregellae: al termine della mostra, infatti, verranno avviati i lavori di allestimento delle sale museali. Negli spazi di Palazzo Ferrari, che dopo i lavori di restauro è stato annoverato tra le ‘Dimore Storiche del Lazio’, troveranno collocazione, insieme ai reperti del Museo, le opere vincitrici e le acquisizioni delle precedenti edizioni, primo nucleo di una collezione civica di arte contemporanea a Ceprano. Questa edizione conferma l’obiettivo delle edizioni passate: valorizzare, attraverso l’arte contemporanea, il patrimonio archeologico e la storia dell’antica Fregellae.

Prendendo le mosse dalla storia, il tema proposto per la VIII edizione promuove una riflessione sul concetto di cura e tutela, invitando gli artisti ad esplorarne le declinazioni, anche attraverso il riferimento al territorio di Ceprano e a Fregellae.

Con Pierluigi Bove, Sara Ciuffetta, Luca Grossi e Ilaria Monti dell’associazione minima entriamo dunque nel mondo animato da “quindici piccole forme di cura”. La proposta del tema nasce infatti dalle suggestioni evocate dal Tempio di Esculapio, Dio della Medicina e della Salus, a cui era dedicato il più noto santuario di Fregellae, e da cui provengono numerosi ex-voto e sculture. Dalla medicina alla conservazione dei beni culturali, dalla difesa di una fragilità o di una minoranza alla salvaguardia del territorio e delle  testimonianze storiche e culturali del passato, gli artisti sono stati invitati a generare attraverso la scultura nuove narrazioni e riflessioni sul concetto di cura e tutela.

Tema decisamente in linea con la fine dei lavori di restauro delle facciate e degli interni del Palazzo Ferrari, detto “il Vespignani”.

Due nomi hanno segnato la storia sociale ed urbanistica di Ceprano nell’Ottocento, quello della famiglia Ferrari e quello dell’architetto Virginio Vespignani. Ambedue hanno contribuito all’irripetibile realizzazione di una serie di edifici che formò, in quel momento storico, una splendida piazza.  Uno di questi è Palazzo Ferrari.

 Il progetto di questa residenza fu commissionato nel 1834 dal nobiluomo Clinio  Ferrari all’architetto romano Virginio Vespignani, il quale realizzò l’opera proprio di fronte al ponte sul fiume Liri, porta di accesso meridionale al centro urbano: lì, con la sua tipologia architettonica, avrebbe dominato per molti anni l’ingresso alla città rappresentando il prestigio ed il ruolo del marchesato. La vicinanza con gli ambienti ecclesiastici e della nobiltà romana, in particolare con il Cardinal Poletti, favorì l’incontro del Ferrari con l’architetto conte Virginio Vespignani, allievo dell’architetto Luigi Poletti, accademico di San Luca.

E fu così che al professionista romano il Ferrari commissionò il progetto del palazzo, che non ebbe vita facile: inutilizzato fino al 1849, fu in varie riprese alloggio per truppe romane, napoletane , francesi e pontificie, fino al 1869, quando l’edificio, tornato all’antico splendore dopo un importante restauro, venne riconsegnato alla famiglia Ferrari. Dopo la seconda guerra mondiale il palazzo venne adattato, con suddivisioni interne, ad alloggi da dare in affitto.  Poi arrivò il tempo del completo abbandono, dell’incuria e della fatiscenza, fino ad oggi quando il palazzo, con il taglio del nastro tricolore da parte del sindaco Marco Galli, ha riaperto le sue sale per la mostra delle piccole sculture, che anticipa di poco l’inaugurazione della nuova sede del Museo Archeologico di Fregellae ‘Amedeo Maiuri’.

Ceprano, 8 aprile 2024

aggiornato il 3 maggio 2024


– Foto e notizie sulle opere premiate sono tratte dal catalogo della mostra e dal sito “Premio Fregellae”.

– Per chi volesse saperne di più su ‘associazione minima’: minima3.wordpress.com

– Per chi volesse saperne di più su Palazzo Ferrari, detto “il Vespignani”

– L’articolo è stato pubblicato anche in http://www.vitaciociara.it/mensile/2024/Aprile-24/mobile/index.html

Lascia un commento

Blog su WordPress.com.

Su ↑