Ceprano, 2019-2024: cinque anni dell’associazione ‘Cappella ferroviaria Pio IX’

LA NOSTRA STORIA

Per chi lo desidera, al termine dell’articolo c’è un link con la nostra storia condensata in poche slides.

L’Associazione ha come finalità quella di conservare la memoria dell’edificio storico denominato ‘cappella ferroviaria Pio IX’ e di promuovere il suo recupero e restauro; di cercare ogni impronta utile per aumentare la conoscenza della storia di Ceprano, del suo territorio, e della Ciociaria.  Abbiamo avuto in comodato d’uso dal Comune (a sua volta da RFI) l’antica cappella ferroviaria di confine, oggi sconsacrata e degradata, situata all’interno della Stazione di Ceprano-Falvaterra. La stazione di Ceprano comprendeva il fabbricato viaggiatori, la dogana, il deposito merci, una rimessa per due locomotive, un fabbricato con alloggi per gli impiegati governativi, civili e militari,  ed infine la piccola cappella. Quest’ultima, a pianta ottagonale, è un rarissimo esempio di edificio religioso costruito appositamente lungo una linea ferrata, a confine tra due stati. Fu progettata e costruita tra il 1863 ed il 1864 contemporaneamente alla stazione, che era il terminale della nuova linea ferroviaria che da Roma portava al confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno d’Italia. La costruzione della cappella fu ispirata da papa Pio IX e richiesta formalmente da una Commissione composta dai rappresentanti ministeriali, riuniti nella sessione del 23 aprile 1863; degna di menzione è la presenza, all’interno della Commissione stessa, del famoso architetto conte Virginio Vespignani. Nel 1870 con l’Unità d’Italia finisce di essere cappella di confine  per rimanere luogo di culto della comunità locale.  Utilizzata fino agli anni ’70 del novecento per assistere alle funzioni religiose o tenervi cerimonie, venne gradualmente abbandonata dopo la costruzione della nuova chiesa del quartiere, e per tali motivi sconsacrata.  A seguito dei lavori di costruzione della linea ad Alta Velocità Roma-Napoli, che hanno interessato l’area retrostante l’immobile, la cappella restò interclusa tra i binari. Questo suo isolamento accelerò il progressivo processo di abbandono e di degrado.

Nel 2015 alcuni messaggi lanciati su un famoso social aprono la strada ad un processo di rinnovata attenzione sull’edificio, portato avanti da un gruppo di cittadini interessati al contesto storico ed alle valenze culturali ed artistiche della cappella. L’impegno del gruppo è proseguito con un percorso di ricerca archivistica di atti, progetti, disegni e fotografie. In un documento finale si poneva all’attenzione pubblica l’importanza di conservare e valorizzare un edificio raro nel suo genere, un pezzo di storia ferroviaria privilegiato per essere al centro tra l’antica “Ferrovia Pio Latina” ed il modernissimo Treno Alta Velocità. Lo sforzo profuso nel cercare di conservare la memoria storica e ridare vita alla cappella, ha prodotto i primi risultati tangibili: il comune di Ceprano e Rete Ferroviaria Italiana, nel mese di luglio del 2017, giungono alla firma di un Comodato d’uso per alcuni locali della stazione, tra cui la cappella.

A gennaio del 2019 nasce l’Associazione Culturale Cappella Ferroviaria Pio IX, con l’obiettivo di procedere alla salvaguardia e conservazione della memoria dell’immobile storico.  Fondatori sono: Aldo Cagnacci, Rocco Cassandri, Francesco Arcese, Mauro Martini, Pier Giorgio Monti, Giovanni Andreozzi e Paolo Silvi, presidente dell’associazione Apassiferrati, con cui si è collaborato per alcune interessanti iniziative, come il treno storico del 2019. Rientrano nei suoi fini sociali anche la promozione di ricerche storiche, di iniziative culturali ed editoriali con la propria linea editoriale  Il Passo di Ceprano Edizioni, di cui tratteremo in seguito. In questi anni, con le poche risorse a disposizione, sono state eseguite opere di bonifica e pulizia interna, sono stati installati i vetri alle finestre per evitare l’ingresso di volatili, mentre il portone principale e la porta laterale ora sono dotate di lucchetti e paletti per evitare intrusioni indesiderate.

Molti sono stati i giovani studenti di scuole d’arte e di facoltà tecniche che hanno svolto esercitazioni grafiche sull’edificio per i loro corsi di studio; l’associazione ha sempre favorito l’accesso alla cappella in condizioni di sicurezza e prestato assistenza in ogni fase. Interessanti iniziative culturali sono state fatte in collaborazione con altre associazioni locali quali Historia & Militaria, Fabrateria, Open Space.

L’associazione, dopo l’affidamento del manufatto da parte del Comune di Ceprano, ha iniziato nel 2019 il percorso teso alla divulgazione e conservazione della memoria storica di questo edificio, unico nel suo genere di cappella ferroviaria di confine, studiandone, in accordo con lo Statuto dell’Associazione stessa, tutti gli aspetti che potevano in qualche modo essere utili, accorgendosi quasi subito che uno dei punti deboli della cappella, nonostante il suo evidente valore culturale, era la mancanza di un vincolo ministeriale di salvaguardia.

L’associazione, con i suoi tecnici Arch. Mauro Martini e Arch. Francesco Arcese, ha redatto un progetto di restauro del manufatto, dopo che nel 2022 la società proprietaria Rete Ferroviaria Italiana SpA, su pressione dell’Associazione e delle Istituzioni regionale e locale, aveva deciso di programmare l’esecuzione di un primo intervento di recupero funzionale.

Nel mese di Aprile del 2022, durante un incontro con funzionari della Soprintendenza in vista di probabili lavori di restauro, abbiamo mostrato il rilevo dell’edificio, le planimetrie, la ricognizione fotografica, e la relazione storico-architettonica corredata dalla planimetria originale ottocentesca della stazione, ritrovata dai soci presso l’Archivio di Stato di Roma. Tutti i documenti necessari a motivare la segnalazione del bene da tutelare furono redatti dal socio Arch. Francesco Arcese. A giugno, dopo l’istruttoria di competenza, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina inviava l’istruttoria stessa al Ministero della Cultura, per la verifica d’interesse culturale d’ufficio per l’immobile denominato Cappella Pio IX. Il Ministero, visti gli atti della Soprintendenza, nel marzo del 2023 ha finalmente confermato questo giudizio e decretato l’apposizione del vincolo, dichiarando ufficialmente per la cappella l’interesse storico-artistico particolarmente importante. Un risultato grandioso, il massimo che potevamo ottenere con le nostre sole forze, una parte importante della missione dell’Associazione compiuta, che fa il paio con la notizia che R.F.I. programmerà un primo intervento di manutenzione e restauro. Siamo tutti, gruppo dirigente, soci ed amici, molto felici! Il 2024 è l’anno del progetto di restauro inviato al Ministero per l’autorizzazione all’inizio dei lavori da parte di RFI. Sarà anche l’anno dell’inizio dei lavori?


Il Passo di Ceprano Edizioni: il significato del nome, la missione, i libri

Nel 2019 l’Associazione Culturale “Cappella Ferroviaria Pio IX”, con sede a Ceprano, ha avviato il marchio editoriale denominato: “Il Passo di Ceprano – Edizioni”, e prodotto alcuni libri. Il nome doveva essere anzitutto un riferimento esplicito a Ceprano, dove opera la nostra Associazione. Ma, al tempo stesso, doveva mostrare un nesso immediato con la storia e la produzione culturale di questa città. “Il Passo di Ceprano” è infatti la modalità con cui, fin dai secoli remoti, veniva indicato il luogo dove, attraversando un ponte, si poteva passare il millenario confine naturale tra Stati, rappresentato dal fiume Liri, presso il quale sorse l’abitato di Ceprano. Inoltre, uno dei più illustri cittadini di Ceprano fu Giovanni Colasanti, che vi nacque nel 1882; scrittore di saggi storici, nel 1912 pubblicò  proprio “Il Passo di Ceprano sotto gli ultimi Hohenstaufen”, di cui avete sentito parlare nell’intervento precedente.

Lo statuto della nostra Associazione indica come finalità primaria quella di recuperare e valorizzare, con iniziative di carattere varie, la memoria della piccola cappella ferroviaria. Per contribuire ulteriormente agli scopi statutari  l’Associazione ha ritenuto di creare un marchio editoriale attraverso il quale produrre libri per far conoscere la storia di Ceprano, e non solo. Il primo obiettivo che ci siamo posti è stato quello di dare un seguito al libro “Immaginando Ceprano. Memorie, Mappe e Rappresentazioni” che il Comune di Ceprano aveva pubblicato nel 2014 con le Edizioni del Museo Archeologico, collana Quaderni Fregellani. In quanto studiosi delle vicende locali, in collaborazione con altri ricercatori divenuti nel contempo soci, avevamo prodotto nuovi materiali e ricerche su Ceprano, utili per dare un seguito al precedente. Per tali motivi abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale l’uso temporaneo del logo “Quaderni Fregellani”, collana sotto cui l’Ente aveva pubblicato il precedente libro. Tale cortese concessione ha accompagnato il primo nostro titolo: “Storie di Ceprano, Archeologia, Ferrovie e Memorie Urbane”. 

I libri sin qui editi dalla nostra associazione sono:

  • Storie di Ceprano. Archeologia, Ferrovia e Memorie Urbane (collana Quaderni Fregellani)
  • 12 settembre 1870, la caduta dell’ultimo confine. Ceprano e Falvaterra diventano italiane. (Collana Impronte di Storia)
  • Le cose più grandi di loro. (Ristampa anastatica di un libro di Vincenzo Fraschetti – Collana Impronte di Storia)
  • Un cesto di faticosa maternità. Quando le donne ciociare trasportavano i figli sulla testa (Collana impronte di Storia)
  • Nicola Consoni. Cepranese per caso, pittore per vocazione (Collana impronte di Storia)

Immaginando Ceprano

Non si può illustrare la produzione editoriale dell’associazione senza aver prima descritto brevemente il libro “Immaginando Ceprano, Memorie, Mappe e Rappresentazioni, saggio storico dal quale siamo partiti e che vede quali autori Francesco Arcese, Mauro Martini, Pier Giorgio Monti e Onorina Ruggeri.
È una Monografia delle Edizioni Museo Archeologico di Fregellae pubblicata nel 2014. Scrivere sulla storia di Ceprano, dopo le numerose pubblicazioni di studiosi locali a partire dal XVII secolo, poteva portare ad una noiosa ripetizione di vicende e di particolari noti, ma gli autori, nell’affrontare il testo miscellaneo, hanno scelto una strada non facile seguendo tracce ed indizi nuovi. Rovistando con pazienza negli archivi storici e nelle biblioteche, hanno analizzato reperti e documenti originali mai presi in sufficiente considerazione o inediti. Tutto questo per quattro anni, sino alla stesura finale. Ricco di immagini, mappe, antiche vedute, elaborati progettuali originali, il libro rappresenta già solo per questo una novità rispetto agli autorevoli saggi scritti nel passato. 

Tra i temi trattati troviamo le antiche storie della colonia latina di Fregellae, Passaggi e paesaggi di frontiera, una indagine sulle caratterizzazioni di Ceprano e dei suoi intorni nelle memorie dei viaggiatori dell’800, Rappresentazioni cartografiche di una terra di confine, che indaga sull’origine storica e sui contenuti dei catasti mediante la lettura scientifica di mappe ed inventari, i ponti di Ceprano nella storia segni di civiltà ed unione tra le tante distruzioni, crolli e ricostruzioni e ancora le immagini di un dramma collettivo che illustrano  la città nella seconda guerra mondiale e, per finire, le modificazioni e le permanenze della scena urbana dal medioevo ai nostri giorni.

 Il libro, stampato con il contributo della Regione Lazio, della provincia di Frosinone e del Comune di Ceprano, ha ottenuto una lusinghiera recensione pubblicata dal prestigioso Bollettino della Società Geografica Italiana nel numero di Luglio-Dicembre 2017. Il testo ha vinto il Premio Fregellae 2016, nella sezione saggistica, “per la ricchezza dei contenuti documentali e fotografici, per la meticolosa ricerca sullo sviluppo sociale ed urbanistico di Ceprano, per il prezioso e più completo studio storico del ponte sul fiume Liri”.     

                           


Storie di Ceprano

Nel 2020 esce il testo “STORIE DI CEPRANO, Archeologia, Ferrovia e Memorie Urbane, scritto da Pier Giorgio Monti, Francesco Arcese, Aldo Cagnacci, Rocco Cassandri e Mauro Martini. Il libro si pone come naturale prosecuzione di Immaginando Ceprano, ed è la pubblicazione inaugurale de Il Passo di Ceprano Edizioni, di proprietà dell’Associazione Culturale Cappella Ferroviaria Pio IX.  Si tratta di un’opera arricchita da numerose e inedite immagini, tra le quali mappe, antiche vedute, serigrafie di scorci urbani di Ceprano ed elaborati progettuali originali di edifici architettonici di proprietà della nobiltà locale e della sistemazione della nuova stazione ferroviaria di Ceprano realizzata nell’anno 1862. Nelle sue 336 pagine racchiude saggi di indubbio interesse e qualità, corredati da documenti spesso inediti, che catturano l’attenzione dei lettori con approfondimenti storico-archeologici riferiti al territorio di Ceprano e dintorni, argomenti diversi da quelli trattati nel precedente testo.  Questo aspetto rende Immaginando CepranoStorie di Ceprano assolutamente complementari. Il libro è presentato dal Prof. Giuseppe Monsagrati, già docente di Storia del Risorgimento e Storia Contemporanea nella Facoltà di Lettere dell’Università di Roma La Sapienza e dal Prof. Filippo Coarelli, già docente di Antichità Greche e Romane nell’Università di Perugia, direttore degli scavi di Fregellae e del Santuario di Diana a Nemi.

Tra i vari temi trattati troviamo ad esempio: aspetti originali ed inediti dell’epopea fregellana, storie di treni e della ferrovia Roma-Ceprano, le antiche chiese del centro, la storia del poco noto teatro ottocentesco cepranese detto “dei Condòmini”. E ancora i retroscena della edificazione negli anni ‘60 della attuale chiesa di san Rocco, la realizzazione della cappella ferroviaria della stazione di Ceprano-Falvaterra costruita durante il papato di Pio IX, la colonia elioterapica di Ceprano dal 1926 al 1943, la vicenda del primo servizio postale ambulante pontificio sulla tratta ferroviaria Roma-Ceprano, la riscoperta degli antichi nomi dei vicoli nel centro antico di Ceprano esistenti al tempo del papa-re, oggi del tutto scomparsi ed infine il racconto particolareggiato del viaggio di Pio IX in Ciociaria nel maggio 1863, con particolare approfondimento della visita a Ceprano, narrato con un taglio originale, ovvero confrontando le cronache di parte sabauda con quelle di parte pontificia, evidenziandone le contraddizioni.

Immaginando Ceprano e Storie di Ceprano, due titoli che racchiudono lo sforzo di recuperare e riordinare antichi documenti storici ed immagini, con l’obiettivo di fornire un ulteriore contributo di informazioni e riflessioni sul ruolo assunto da Ceprano nella storia, riscoprendo i luoghi delle sue epoche passate ‘adornandoli’ con le loro perdute immagini. Il libro ha vinto il Premio FiuggiStoria – Lazio Meridionale & Terre di Confine 2020.


12 settembre 1870

Siamo partiti il 12 settembre del 2020 con l’inaugurazione della targa commemorativa presso la stazione di Ceprano-Falvaterra, organizzata dalle associazioni Cappella Ferroviaria Pio IX, Fabrateria, Historia & Militaria e Apassiferrati, con il patrocinio dei Comuni di Ceprano e Falvaterra, per ricordare i 150 anni dall’ingresso del Regio Esercito Italiano a Ceprano e Falvaterra, avvenuto il 12 settembre del 1870.

Completato entro il 2020, a febbraio del 2021 ecco il libro che narra gli eventi che dalla pacifica conquista di Ceprano e Falvaterra portarono alla ‘breccia di Porta Pia’ ed all’annessione dello Stato Pontificio, fino alla proclamazione di Roma Capitale del Regno del 1871: 12 SETTEMBRE 1870, LA CADUTA DELL’ULTIMO CONFINE. Ceprano e Falvaterra diventano italiane Gli eventi, spesso sconosciuti o dimenticati, che nel settembre 1870 cambiarono la storia di Ceprano e Falvaterra e di tutto il Lazio meridionale, sono raccontati a distanza di 160 anni dall’Unità d’Italia, a 150 dall’annessione dello Stato Pontificio e dalla proclamazione di Roma Capitale. Un passaggio importante della storia locale e nazionale, quello della transizione da uno Stato teocratico ad uno laico, che pone ancora domande sul significato degli avvenimenti che dal 12 al 20 settembre portarono ad un profondo cambiamento nei rapporti tra Stato e Chiesa. Con questa nuova iniziativa editoriale l’Associazione ha voluto riunire nove autori per raccontare, in piena libertà e da differenti punti di vista, con testi e foto, spesso inedite, di Ceprano, Falvaterra e di quel territorio più vasto chiamato Ciociaria, la storia delle attività militari e del percorso umano, sociale, religioso e culturale della nostra gente nell’attraversare tale complesso periodo.

La raccolta miscellanea di saggi sugli eventi che portarono alla caduta dell’ultimo confine ed alla conclusione dell’Unità d’Italia è preceduta da un prologo di Luigi Gulia, che ripercorre per noi, con dovizia di particolari, il lungo, travagliato e complesso rapporto tra lo Stato e la Chiesa fino ai nostri giorni e da una prefazione di Aldo Cagnacci, presidente dell’Associazione CFPIX. Gli autori sono Francesco ArceseRocco Cassandri, Ferdinando CorradiniCarla CorsettiLuigi CrescenziCostantino JadecolaMauro MartiniPier Giorgio Monti e Adriano Piccirilli.

Con questo libro inizia la nuova Collana IMPRONTE DI STORIA, monografie & ristampe. Il libro ha ricevuto i premi: Vincitore del Premio Luigi Magni 2021 – Velletri (RM); Finalista Premio Fiuggi Storia-Lazio Meridionale & Terre di confine 2021 – Fiuggi; Finalista al Premio Firenze 2022 – Firenze; Vincitore del Premio ‘Gen. Div. Amedeo De Cia’ 2023 – Torino.


Le cose più grandi di loro 

L’Associazione culturale “Cappella Ferroviaria Pio IX” di Ceprano, cambiando decisamente argomento rispetto ai due saggi storici pubblicati in precedenza, ha rivolto l’attenzione alla narrativa per ragazzi, con la ristampa anastatica del libro “Le cose più grandi di loro” di Vincenzo Fraschetti, primo passo verso questa nuova platea di lettori.

Nato a Ceprano nel 1887, Vincenzo Fraschetti, dopo il Liceo nel Collegio degli Scolopi di Arpino e la laurea in Giurisprudenza a Urbino, partecipa come Ufficiale di Artiglieria alla Grande Guerra; quindi entra nelle Ferrovie fino a diventare Ispettore Capo, responsabile dei controlli sulle ferrovie minori e questo lavoro lo porta a conoscere molto bene l’Italia. Alla fine degli anni ’30, in aspettativa, è segretario di Giovanni Marinelli, sottosegretario (1939-1943) nel Ministero delle Comunicazioni, da cui dipendevano le Ferrovie. All’inizio della guerra si dimette e va in pensione, soprattutto per allontanarsi da un mondo in cui non si riconosce più. Dopo il 1943 dedica la maggior parte della sua vita all’attività di scrittore per bambini e ragazzi, e non solo; è poeta, scrittore, commediografo, giornalista, autore radiofonico, pittore, ma anche grande viaggiatore e conferenziere. Con oltre venti volumi, tra romanzi, racconti, fiabe, articoli, poesia e teatro, è diventato in Italia e fuori uno dei più importanti scrittori italiani.  Nel corso della sua carriera, a Vincenzo Fraschetti sono stati assegnati: 1952, Premio Marzotto per la narrativa per ragazzi, Valdagno; 1954, Premio Laura Orvieto, Firenze; 1957, Premio alla cultura della Presidenza del Consiglio, Roma; 1960, Premio di narrativa dell’Ente Nazionale delle Biblioteche, Roma; 1968, Medaglia d’oro  dell’Ente Provinciale Turismo di Frosinone e dell’Ass.ne Stampa Ciociara. Vincenzo Fraschetti è scomparso nel 1978. A lui è  intitolata una scuola per l’infanzia a Ceprano.  

Nel 2021 l’Associazione  ha inteso  rendere omaggio allo scrittore con la ristampa anastatica di uno dei suoi libri più famosi, per la Collana IMPRONTE DI STORIA, monografie & ristampe; è il fortunato romanzo per ragazzi Le cose più grandi di loro, Premio Marzotto del 1952, nel quale si riaffacciano le vicende della Seconda Guerra Mondiale, dalle dure giornate della resistenza di Cassino all’avanzata delle truppe alleate su Roma. 

Siamo nell’Ottobre del 1943. Tre ragazzi romani, costretti nelle loro abitazioni dalle dure regole dell’occupazione tedesca, entrano nelle vicende drammatiche di quei giorni. La voglia di reagire all’occupazione li porterà a scomparire da casa e da scuola per raggiungere le forze alleate attestate dietro la linea Gustav, a sud di Cassino. Un’impresa come quelle che leggevano sui libri di Salgàri, Stevenson e Kipling: combattere contro i tedeschi. Un viaggio avventuroso, a tratti a piedi, a tratti su camion lungo strade e sentieri del Lazio meridionale: Roma, Colonna, Colleferro, Anagni, Frosinone, Boville Ernica, Fontana Liri, Arpino e le alture di Monte Cairo, quindi il superamento del fronte per raggiungere il comando americano, dove finalmente poter aiutare dalle retrovie la grande armata. Infine lo sfondamento della linea Gustav ed il rientro a Roma con gli alleati a giugno del 1944, passando per Ceprano. 


Un cesto di faticosa maternità

Un racconto che contribuisce a colmare un vuoto di conoscenza sull’usanza antica e molto originale delle donne ciociare di trasportare in un cesto sulla testa i piccoli figli nei loro spostamenti più o meno brevi, sicuramente faticosi, verso i luoghi di lavoro o nei pellegrinaggi. Una ricerca che ha puntato l’attenzione su testimonianze scritte, su dipinti, incisioni, acquerelli e fotografie lasciati a noi in eredità, prevalentemente nel corso dell’Ottocento, da diversi scrittori e numerosi artisti italiani e stranieri, intenti a visitare la Ciociaria per cogliere aspetti umani e paesaggistici utili alle loro rappresentazioni. Per alcuni la Ciociaria era una tappa irrinunciabile del classico Grand Tour. Questa vasta e bella terra, che si estende dalla provincia romana fino ai confini del Lazio meridionale e oltre, non deluse le loro aspettative artistiche, come si può ben vedere in queste pagine e tuttavia ancora oggi, sebbene ricca di cultura e bellezze naturali, la Ciociaria appare inspiegabilmente troppo sottovalutata dal circuito del turismo.

UN CESTO DI FATICOSA MATERNITÀ, Quando le donne ciociare trasportavano i figli sulla testa di  Aldo Cagnacci  e  Mauro Martiniprefazione di Fiorenza Taricone.

Inizialmente doveva essere un semplice articolo di approfondimento di una traccia lasciata nel capitolo PASSAGGI E PAESAGGI DI FRONTIERA. Ceprano e dintorni nelle memorie dei viaggiatori dell’800, contenuto nel libro collettaneo IMMAGINANDO CEPRANO.  Traccia che avrebbe dovuto incuriosire i lettori ed invece ha incuriosito non solo me durante la prima stesura dell’articolo di approfondimento, ma ha sorpreso anche lo stesso autore del citato capitolo: l’arch. Mauro Martini. È stato come aprire un polveroso, vecchio baule ritrovato in soffitta, dal quale giorno dopo giorno vedevamo emergere, da un mondo antico che evidentemente conoscevamo poco, storie di donne e di bambini trasportati in un cesto sulla testa.  Dopo quasi due anni di ricerca e di preparazione l’articolo è diventato un libro nel 2021: un racconto che reputiamo originale e degno d’interesse, fatto di brani tratti da varie testimonianze scritte, di dipinti, di incisioni, di acquarelli e di foto che artisti italiani e stranieri, in viaggio durante il Grand Tour dell’Ottocento e non solo, ci hanno lasciato in eredità, osservatori attenti di un’usanza particolare della Ciociaria, di questa vasta e bella terra, a nostro avviso ancora troppo sottovalutata dal circuito del turismo, che da Roma si estende fino ai confini del Lazio meridionale ed oltre. Crediamo che anche questo libro, come altri che abbiamo in precedenza sostenuto o pubblicato, contribuisca a colmare un vuoto di conoscenza su questa usanza popolare molto originale delle donne ciociare di trasportare sulla testa, per necessità, i piccoli figli nei loro spostamenti più o meno brevi, sicuramente faticosi. Sappiamo che il risultato di questa nostra ricerca non esaurisce l’argomento, anzi auspichiamo che possa suscitare ulteriori analisi ed approfondimenti necessari per una più ampia comprensione del mondo femminile nella Ciociaria ottocentesca.

Stimolata da nuovi ritrovamenti artistici e letterari, che testimoniano ancor di più l’usanza delle donne ciociare di trasportare i figli sulla testa, dal successo della prima edizione con i suoi cinque riconoscimenti e premi ottenuti nei concorsi letterari e dall’esaurimento rapido delle copie stampate, l’Associazione culturale ha accolto con favore l’invito dei due autori a pubblicare nel 2023 la seconda edizione, integrata con nuove iconografie storiche e ulteriori riferimenti letterari, frutto di recenti ricerche, e con un’appendice sulla ‘Sagra delle Cantamesse’ di Ceprano: una festa religiosa antichissima, che ha luogo ancora oggi tra il 15 ed il 16 di agosto in occasione del giorno dedicato a S. Rocco, caratterizzata da una processione di donne, sempre loro, che trasportano sulla testa pesanti ceste di pani, detti ‘le cantamesse’, che vengono infine spezzettati e offerti gratuitamente alla popolazione.

Nel saggio sulla Sagra, che lo scrittore cepranese Francesco Nalli pubblicò nel 1934, e che riproponiamo integralmente, viene descritta questa festa dell’abbondanza e della carità con precisione di cronaca e ricchezza di particolari. Come documentato da diverse fotografie, anche recenti, tra i grossi pani trasportati nei cesti posizionati sul capo delle donne si vede spuntare a volte la testolina di qualche bimbetto: messo lì per qualche grazia ricevuta? Perché avendo le mani occupate a tenere il pesante cesto, per quelle donne era l’unico modo per controllare il bimbo? O ancora più semplicemente, perché il ricordo dell’antica usanza di trasportare i figli nei cesti sulla testa riaffiora in questa circostanza ancora oggi nella mente delle donne ciociare, percorrendo le strade misteriose dell’inconscio? Difficile trovare una risposta; noi comunque raccogliamo il testimone di queste storie e, come staffette, le porgiamo alle nuove generazioni per fare un altro piccolo passo in avanti.

 Il libro, che esce con la Collana IMPRONTE DI STORIA, monografie & ristampe ha ottenuto i premi: Terzo Premio Concorso letterario “Molteplici Visioni d’Amore”- Cortona Città del Mondo  2022; Secondo Premio “Le Parole di Lavinia” Premio letterario Internazionale al femminile Pomezia 2022; Premio Speciale “Tra Le Righe” al Premio letterario “Essere Donna Oggi”- Gallicano (LU) 2022; Vincitore al Premio “Le parole arrivano a noi dal passato” – Rogliano (CS) 2022; Vincitore Premio Letterario Cultura Editoria XI edizione – Roma 2023; Menzione d’onore al Premio FiuggiStoria Lazio Meridionale & Terre di Confine 2023.


Nicola Consoni. Cepranese per caso, pittore per vocazione.

L’associazione ‘Cappella Ferroviaria Pio IX’ è orgogliosa di comunicare l’uscita di NICOLA CONSONI (1814-1884). Cepranese per caso, pittore per vocazione (Il Passo di Ceprano Edizioni, 2024), libro storico-biografico che chiude un caso da tempo irrisolto della storia dell’arte italiana dell’Ottocento.

Nella seconda metà dell’anno 1814 nasceva a Ceprano, Stato Pontificio, un bambino che avrebbe raggiunto nel corso dell’Ottocento chiara fama di pittore estremamente prolifico, apprezzato da papa Pio IX e dai critici del suo tempo, facendosi conoscere anche all’estero, fino ad arrivare a Malta e presso la corte reale inglese, dove ha lasciato tracce di sé fino ai nostri giorni. Il fatto che Nicola Consoni sia nato a Ceprano (FR), anche se – come si capirà leggendo questo libro e come recita il sottotitolo – in circostanze del tutto casuali, ha certamente influito in qualche modo sulla decisione dei due autori, Aldo Cagnacci e Vincenzo Pennestrì, entrambi residenti a Ceprano, di avviare e condurre in porto, con notevole impegno, questa ricerca. L’orgoglio campanilistico in questo caso non c’entra. Nicola Consoni infatti non può essere definito a pieno titolo un ‘cepranese’. Il motore primario è stata la curiosità di contribuire al completamento di una biografia lacunosa e spesso inesatta, unitamente al piacere di raccogliere e presentare alcune delle sue opere più belle, testimonianze di un talento indiscutibile. Il saggio esce nell’anno 2024, che costituisce al tempo stesso il 210° anniversario della sua nascita e 140° anniversario della sua morte; un’occasione unica per accendere i riflettori su questo artista assai noto ai suoi tempi, ma oggi ancora poco conosciuto.

Perchè Nicola Consoni di famiglia reatina nacque a Ceprano in Ciociaria? Esiste ancora la sua casa natale? Per quale tragica circostanza la sua famiglia fu costretta ad abbandonare in fretta Ceprano pochi mesi dopo la sua nascita? Dov’è la sua tomba? Cosa ci rivela il suo testamento? A queste e altre domande su aspetti inediti o poco noti dell’esistenza di Nicola Consoni, artista talentuoso, professore per la classe di pittura e due volte presidente dell’Accademia di San Luca in Roma, dà  risposta questo libro, frutto di una lunga e meticolosa ricerca.

Il saggio è preceduto dalla prefazione del prof. Claudio Strinati, illustre storico dell’arte e Segretario generale dell’Accademia di San Luca, che mette in risalto la peculiare importanza degli esiti innovativi della ricerca; è presentato da Mauro Martini, architetto, vicepresidente dell’associazione ‘Cappella Ferroviaria Pio IX’ e termina con la postfazione del consigliere dell’associazione dott. Rocco Cassandri, esperto di filatelia e storia postale, che attraverso la presentazione di documenti originali d’epoca, inquadra la vita di Nicola Consoni nel periodo storico che va dal 1814 al 1884, denso di avvenimenti per lo Stato Pontificio e per l’Unità d’Italia.


Il progetto di recupero e restauro della cappella ferroviaria

L’associazione culturale ‘Cappella ferroviaria Pio IX’ ha sostenuto il progetto per il recupero e restauro dell’omonimo edificio, esistente dal 1863 nell’area di pertinenza della stazione di Ceprano-Falvaterra. Un lavoro di volontariato condotto con dedizione dal vicepresidente Arch. Mauro Martini, e dal segretario Arch. Francesco Arcese, e che li ha visti impegnati durante tutto l’anno 2023, sostenuti in questa attività da altri amici che hanno compreso l’importanza dell’attività dell’associazione e che hanno prestato le loro specifiche professionalità per il conseguimento del comune obiettivo; tra questi ricordiamo Susanna Iegre, esperta restauratrice e decoratrice, Paolo Colapietro e Mauro Lottici, bravissimi nella grafica. La redazione del progetto faceva parte di un accordo intercorso tra l’associazione Cappella Ferroviaria Pio IX e Rete Ferroviaria Italiana S.p.A, per cui spettava a noi l’onere di predisporre il progetto per ottenere il parere della Soprintendenza presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, mentre a R.F.I. S.p.A quello di intraprendere le opportune azioni amministrative per il reperimento dei fondi necessari per eseguire i lavori di recupero e restauro, tutti o in parte. Ricordiamo che nella prima metà del 2023, su segnalazione dell’associazione, il Ministero ha dichiarato la “Cappella Pio IX  di interesse storico-artistico particolarmente importante”.

Nel mese di febbraio di quest’anno l’associazione ha provveduto ad inviare a R.F.I. S.p.A il progetto digitale al fine di avviare presso la competente Soprintendenza l’iter per l’autorizzazione ad eseguire i lavori di recupero e restauro. Infine, il 28 febbraio 2024, su sollecitazione dell’associazione CFPIX e dell’Amministrazione Comunale, ha avuto luogo un secondo incontro con dirigenti e funzionari di R.F.I. S.p.A presso la stazione di Ceprano-Falvaterra.  I rappresentanti di R.F.I. S.p.A hanno potuto esaminare da vicino l’immobile al fine di relazionare sullo stato delle opere, sia interno che esterno, e di avviare il processo di reperimento delle risorse necessarie per i lavori. A tutti è stata donata una copia del libro Storie di Ceprano, dove sono ben descritte le vicende della stazione e della linea ferrata Roma-Ceprano, della cappella ferroviaria, del viaggio di Pio IX  del 1863  e dell’Ambulante Postale Roma-Ceprano.

Il progetto di restauro sarà presentato presso la Biblioteca Comunale il 13 aprile p.v. ore 17 nell’ambito di un evento culturale organizzato dall’associazione CFPIX.

Quali prospettive dunque? Certamente quella di continuare comunque a pubblicare gli esiti più interessanti delle nostre ricerche storiche, sempre in corso.  Per quanto riguarda la cappella ferroviaria, una volta messa in sicurezza con il vincolo apposto dal Ministero della Cultura e con l’avvio dei lavori di recupero promessi da Rete Ferroviaria Italiana, l’associazione crede di aver fatto quanto era ed è nelle sue forze, fisiche ed economiche; solo dopo i lavori si potrà eventualmente considerare la possibilità di un uso dell’edificio per scopi culturali, di cui abbiamo qualche idea.

In questi cinque anni sono molte le persone che hanno contribuito a tenere desta l’attenzione sulla cappella ferroviaria, dai soci fondatori ai soci che nei vari anni si sono impegnati nelle cariche direttive sociali, dagli scrittori e ricercatori che hanno collaborato nell’attività editoriale agli amici che ci hanno voluto sostenere per i costi delle stampe, dagli amministratori pubblici che hanno aiutato l’associazione con la spinta delle istituzioni locali a quanti hanno condiviso con noi gli eventi culturali e i momenti di convivialità, dalle associazioni locali con le quali abbiamo avuto un rapporto di reciproca collaborazione a tutti gli amici che in questi anni ci hanno seguito sui social, sempre più numerosi…alle amiche che hanno donato parte del loro tempo per aiutarci a gestire la comunicazione dell’associazione e per contribuire a rendere sempre più preziose nella grafica le nostre pubblicazioni.

Grazie a tutte e tutti Voi!

Aldo Cagnacci

Associazione Cappella Ferroviaria Pio IX

Presidente

Ceprano, 11 marzo 2024


Comunicato da WordPress

Abbiamo scritto:

La nostra storia condensata in poche slides: https://drive.google.com/file/1o4b2OZYgnhjMHnaTOS69FCIFutJ7M0yU/view?usp=drivesdk

La cappella ferroviaria presso la stazione di Ceprano-Falvaterra

Ceprano, la cappella ferroviaria “Pio IX”: Frammenti di storia ai margini della strada ferrata

La cappella ferroviaria di Ceprano

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